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La cura posta dal frescante nella resa delle figure muliebri e il ricordo che
suscitano di donna Barbaro a Maser, anche se espressioni di mondi ben
diversi, portano a pensare che la dama al centro con i fiori in mano possa
essere la contessa Teresa Comello sposata nel 1850 a Francesco
Revedin, mentre la più giovane accanto potrebbe essere la nipote Fanny,
futura erede dei Revedin.
Non è poi da escludere che il personaggio maschile ammantato di grigio
sia lo stesso conte Revedin ritratto nell’aspetto giovanile del tempo di
Vienna.
La presenza inoltre dei padroni di casa bene si accorderebbe con il
programma iconografico della sala e con la personalità del committente.
Ma al di là di ogni identificazione, le signore della festa sono le due
nobildonne che si staccano dallo sfondo dei pesanti tendaggi di damasco
giallo oro in tutta la loro sfolgorante bellezza.
Dai fini lineamenti dei volti incorniciati dai lunghi riccioli toccati con rapide
pennellate, alle tornite forme dei corpi esaltate dalle cascate degli
spumeggianti merletti e dal piegare delle lucenti sete gialle e azzurre
accostate al velluto rosso rubino, ed ancora impreziosite dai gioielli.
Indubbiamente, il palco d’onore con i suoi ospiti costituisce il punto più alto
dell’aspetto mondano della festa che qui si conclude in un’atmosfera di
attesa dell’apertura delle danze.